Ugo Bernasconi (Buenos Aires 1874-Cantù 1960), firmato.
Dal 1890 viaggia molto tra Roma, la Turchia, la Grecia, la Palestina e poi ritorna in Argentina.
Il deserto lo conosce bene, conosce i suoi silenzi e le ombre che lo abitano.
A Parigi rimarrà sei anni e frequenterà lo studio di Eugène Carrière da cui eredita molti elementi peculiari: l’uso dei toni bruni, la resa pulviscolare ed evanescente della pennellata, la resa malinconica dei ritratti.
Anche la pittura lombarda, la scapigliatura, il divisionismo si uniscono nel suo personale stile.
Usa spesso il monocromo o pochissimi colori, ottenendo un effetto drammatico.
Qui troviamo quella sua tipica dimensione meditativa e intima, quasi come se fosse un testimone muto di un incontro magico.